«Peraltro, dice Ferreto di Vicenza, non era stato ancora decorato di una corona di lauro o di ellera col titolo di poeta, non aveva ancora pubblicata la sua storia, e la sua tragedia d'Ezelino non comparve che dopo che gli fu dato il titolo di poeta. Ma egli amministrava già con somma vigilanza gli affari della sua repubblica, ed in pari tempo compilava con somma cura la storia de' fatti d'Enrico VII e de' mali d'Italia. Era un uomo di vasti talenti, dotato di prudenza e di facondia: non andò debitore che a sè medesimo, che ai proprj talenti del titolo e della corona di poeta; perciocchè non essendo nato d'illustri parenti non aveva ereditate nè ricchezze, nè credito nella sua patria; ma sebbene uscito dall'ultima classe, fu dai tribuni e dai magistrati del popolo innalzato al grado de' padri consolari ed ai primi onori della repubblica Padovana. Egli ricevette per compenso de' suoi talenti e delle sue fatiche grandissima fama e grandi ricchezze, che gli furono assegnate sul tesoro pubblico336.» Per tal modo il titolo di poeta, ed una capacità che oggi non ci sembra singolare ottenevano allora non solo la gloria, ma ancora le ricchezze ed il potere. Al presente le poesie del Mussato e la sua tragedia non lo salverebbero dall'obblio; la sua stessa storia è riputatissima solo per essere contemporanea, e malgrado la molta luce che sparge intorno ai più importanti avvenimenti di quei tempi, il nome del Mussato non è noto che a pochi eruditi.
Frattanto la sospensione delle ostilità che non era che una conseguenza delle inondazioni, e le frequenti conferenze dei capi de' Padovani con Cane della Scala, ridussero le due parti a proposizioni di pace.
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