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      Frattanto i marchesi d'Este furono richiamati del 1317 alla sovranità di Ferrara dall'attaccamento del popolo. Una casa meno illustre, quella de' Bonacorsi, erasi impadronita nel 1275 della sovranità di Mantova, e dopo averla conservata cinquantatre anni, cedette il posto ai Gonzaga, che seppero mantenersene signori più lungo tempo d'assai. Martino della Scala erasi innalzato in Verona al supremo potere, del 1260, sopra le ruine della casa da Romano, e sebbene del 1277 fosse stato ucciso dai congiurati, la sovranità come una eredità legittima passò a suo fratello, indi ai figli del fratello. L'anno 1275 Guido Novello da Polenta era stato dichiarato signore di Ravenna, che senza nuove rivoluzioni restò in potere della sua famiglia. Finalmente la casa da Camino succedeva a Treviso, Feltre e Belluno alla famiglia d'Ezelino di cui era stata sì lungo tempo rivale. Eranvi dunque in Italia alcuni esempi d'una monarchia ereditaria riconosciuta dai popoli e che conservavasi piuttosto col loro tacito consenso che colla forza.
      Ma queste dinastie, in allora risguardate come antiche in confronto delle altre, erano ancora nuove paragonate all'ordinaria durata degl'imperj. Le più non erano giunte alla terza generazione; il principe non poteva dispensarsi d'essere soldato, veniva educato in mezzo alle armi ed era forzato di governare egli stesso sotto pericolo d'essere balzato dal trono dal favorito cui si fosse confidato. La casa d'Este non venne spogliata de' suoi stati che per essere, siccome più antica delle altre, la più corrotta di tutte.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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