Soltanto cinquant'anni dopo noi vedremo regnare que' tiranni voluttuosi, deboli, pusillanimi, indegni successori de' guerrieri fondatori delle loro dinastie.
Taluno di questi piccoli principi accordò ben tosto la sua protezione ai letterati. Fino nel precedente secolo i marchesi d'Este avevano chiamato alla loro corte i trovatori ed i poeti provenzali. Dante in tempo del suo esiglio trovò asilo e protezione presso molti signori della Lombardia: a Ravenna Guido da Polenta, il marchese Malaspina in Lunigiana, e più d'ogni altro i signori della Scala, in Verona lo accolsero cortesemente. Can grande, che vedremo in appresso sollevare questa casa ad un altissimo grado di potenza, manifestò in principio del suo regno il suo amore per le lettere ed aprì nella sua corte un onorato ricovero a tutti i fuorusciti illustri d'Italia. Uno di costoro accolti da Can grande era lo storico di Reggio, Sagacio Muzio Gazzata, che ci tramandò la relazione del trattamento che i dotti avevano nella corte di Cane347. «Diversi appartamenti venivano loro, secondo la diversa loro condizione, assegnati nel palazzo del signore della Scala, e tutti avevano domestici e mensa elegantemente imbandita. I varj appartamenti erano indicati da simboli e da insegne; il trionfo pei guerrieri, la speranza per gli esuli, le Muse per i poeti, Mercurio per gli artisti, il paradiso per i predicatori. In tempo del pranzo, musici, buffoni, giocolieri, giravano in questi appartamenti; le sale erano ornate di quadri rappresentanti le vicende della fortuna, e Cane talvolta invitava alla propria mensa alcuno de' suoi ospiti, specialmente Guido di Castel di Reggio, che per la sua semplicità chiamavasi il semplice lombardo348, ed il poeta Dante Alighieri.
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