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      » Senza dubbio tra i proscritti guerrieri eranvene pochi cui la camera de' trionfi appartenesse a più giusto titolo che ad Uguccione della Fagiuola, cui Cane diede asilo dopo che questo capo di parte perdette la sovranità di Lucca e di Pisa. Colà Dante legò con costui strettissima dimestichezza, e prese occasione di dedicargli la prima parte del suo poema349.
      La protezione che con tanta frequenza i principi accordano ai poeti piccoli sacrificj loro costa e procaccia loro molta celebrità. In ogni tempo, in tutti i paesi, i poeti misurarono la loro ammirazione per un principe sulle sue liberalità; e non arrossirono di rendere coi versi immortali le vili loro adulazioni, come non ebbero vergogna di riceverne il salario. Non dobbiamo perciò essere sorpresi, se in questo e nel susseguente secolo i più distinti poeti italiani frequentarono la corte de' principi, dai quali erano festeggiati assai e più splendidamente pagati che dalle repubbliche. Ma per altro i poeti non hanno potuto sorgere che ne' tempi in cui lo spirito di libertà animava alcuna delle parti della sacra terra d'Italia, che durante il tempo che nella stessa lingua altri trattavano le quistioni che decidono della prosperità e della gloria degli uomini. Quando la via del pensiero fu chiusa agl'Italiani, si spense ancora la loro immaginazione. Un padrone non può scegliere tra le facoltà dello spirito umano, non può dire a' suoi sudditi: abbiate immaginazione e non intendimento; io vi concedo la poesia, ma vi rifiuto la filosofia; vi permetto la fisica e vi proibisco la morale; vi lascio le scienze esatte, ma prendete cura di non toccare la politica.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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