Del rimanente, in questi piccoli principati, il popolo vivea piuttosto rassegnato che contento, più non si occupando della sua futura sorte, nè di timori, nè di speranze. Rientrato in quella oscurità da cui l'avevano fatto uscire le precedenti agitazioni, non lasciava dietro di sè veruna orma, verun nome che si sollevasse al di sopra degli altri; e la storia nelle città sottomesse alle nuove dinastie, più non può risguardare che una sola famiglia, e spesse volte un solo individuo.
fine del Tomo IV.
TAVOLA CRONOLOGICADEL TOMO IV.
Capitolo XXIII. Guerra di Sicilia. - Grandezza e decadenza della repubblica di Pisa. - Crudel morte del conte Ugolino. - Nuove turbolenze a Firenze. 1282=1292.
Anno
Carlo d'Angiò non doveva, a quanto pare, essere troppo indebolito dai vesperi sicilianiMezzi di resistenza che una passione nazionale dà ai Siciliani
Gli abitanti di Palermo tentano di placare il re ed il papa.
1282 Il 6 luglio. Carlo attacca Messina con una flotta ed una armata imponentiIl 30 agosto. Pietro d'Arragona giugne a Trapani, e riceve omaggio dai Siciliani
Ruggeri di Loria, ammiraglio de' Siciliani, occupa lo stretto di Messina
Diffida vicendevole de' re d'Arragona e di Napoli
1282 Carlo costretto ad abbandonare la Sicilia ed a tornare in Calabria
La sua flotta viene incendiata alla Catona e a Reggio da Ruggeri di Loria
Carlo propone a Pietro un combattimento in campo chiusoGli apparecchi per tale combattimento lasciano per qualche tempo la Sicilia in riposo
1276-1282 I Pisani in tempo di pace acquistano maggiori ricchezze e potenza
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