Questo residuo di timore dell'autorità imperiale, tenuto vivo dai papi, fu cagione delle prime guerre di cui dobbiamo occuparci in questo volume; ma queste stesse guerre, e le spedizioni in Italia di Luigi di Baviera e di Carlo IV manifestarono agl'Italiani l'estrema sproporzione tra le forze dell'imperatore ed i suoi diritti, manifestarono loro l'impotenza del corpo germanico nelle guerre offensive, gli angusti limiti entro i quali la costituzione di Germania chiudeva il potere del suo sovrano nominale, e l'impossibilità in cui era questi di scendere in Italia, se i Ghibellini italiani non gli aprivano essi medesimi le porte.
D'altra parte il re di Francia, sebbene assai più potente dell'imperatore, non aveva sotto di lui che metà delle province che parlano in francese. La Provenza apparteneva al re di Napoli, la Lorena, la Brettagna, la Borgogna, i Paesi Bassi erano governati da duchi quasi affatto indipendenti; e la Guienna e parte della Normandia erano del re d'Inghilterra. Una infelice guerra cogl'Inglesi, prodotta dalla successione dei Valois, consumava le province direttamente dipendenti dal re: nelle quali province per altro, non riconoscendo i grandi vassalli, i gentiluomini, i comuni un assoluto potere, impedivano al re di liberamente disporre degli uomini e delle ricchezze; onde appena egli s'attentava di accrescere alquanto le leggeri imposte che pagavano i suol sudditi e le forze militari, quando il regno veniva minacciato da grave pericolo: di modo che la stessa alleanza del papa, o a dir meglio il servaggio della corte pontificia in Avignone non bastava a rendere la Francia formidabile agl'Italiani.
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