I cinque elettori che trovavansi nel campo di Rensé, avuta notizia dell'accaduto, nel susseguente giorno nominarono imperatore a pieni voti Luigi, duca di Baviera, che chiamossi Luigi IV5.
I due pretendenti avevano i medesimi diritti alla stima ed all'ubbidienza de' loro compatriotti. Il partito austriaco avendo suscitato un principe della casa di Brandeburgo per disputare il diritto di Waldemar, più non rimanevano in cadauna delle parti che due elettori il di cui suffragio non fosse contrastato, ed ognuna ne aveva altri tre, il di cui diritto era dubbioso. I principi rivali appartenevano a due illustri e potenti famiglie; amendue erano valorosi ed arditi, amendue diedero prove, almeno in Germania, di un carattere leale e cavalleresco, ed amendue avevano zelanti campioni che combattevano per loro valorosamente. Giovanni di Boemia difendeva la causa di Luigi, come fosse la sua propria; tenevano le parti di Federico i suoi fratelli, i duchi d'Austria Leopoldo ed Enrico, e Rodolfo elettore di Baviera.
Siccome pareva che l'osservanza delle formalità prescritte per l'incoronazione dovesse assicurare all'uno o all'altro di loro il favore de' popoli, perciò s'affrettarono ambedue di compierle. Luigi venne introdotto dai borghesi di Francoforte nella loro città; fu come imperatore eletto presentato al popolo nella chiesa di san Bartolomeo, consacrata per antica consuetudine a questa funzione; e Federico assediò inutilmente Francoforte per ottenere lo stesso vantaggio6. In appresso Luigi fu condotto ad Aquisgrana, di dove aveva dovuto ritirarsi il suo rivale, e vi fu consacrato nel luogo destinato a tale cerimonia, non però dall'arcivescovo di Colonia, che solo aveva il diritto di farlo, ma, in sua assenza, dagli arcivescovi di Magonza e di Treveri.
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