Federico fu invece condotto a Bona dall'arcivescovo di Colonia, e colà consacrato colle sue mani, ma in un luogo in cui questa consacrazione diventava illegale. E per tal modo per una differente ragione le due consacrazioni furono incomplete ed invalide7.
I due imperatori eletti, Luigi e Federico, erano figli d'un fratello e d'una sorella; il proprio fratello di Luigi, Rodolfo, era il più caldo alleato del suo rivale; una simile discordia divideva tutte le case dei principi; tre cappelli elettorali erano contrastati come la corona imperiale, e le armi dovevano decidere della eredità e dei diritti delle più potenti famiglie. La stessa eguaglianza de' suffragi e l'indifferenza de' principi della Germania settentrionale prolungarono la guerra, soltanto di quando in quando sospesa da reciproco rifinimento di forze. In tale stato di cose i due rivali non potevano tentare di farsi riconoscere in Italia senza abbandonare la Germania al nemico; onde, mentre questa aveva due re de' Romani, l'Italia trovavasi agitata dagli intrighi degli ambiziosi. Nè andò lungo tempo che la cessazione d'ogni autorità suprema, che tenne dietro immediatamente alla vigorosa amministrazione di Enrico VII, produsse tra i Guelfi ed i Ghibellini una guerra non meno accanita di quella che facevansi in Germania i due pretendenti al trono. E questa guerra, resa generale da opposti interessi, da inveterati odj, era cagionata da tante cause diverse quanti erano i capi che la trattavano.
Il papa ed il re di Napoli uniti dal loro attaccamento alla corte di Francia, dallo spirito del partito guelfo, e da una comune ambizione, avevano nemici i nuovi principi Lombardi innalzati di fresco alla sovranità dall'intrigo e dal valore.
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