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      Era nato vilmente, ma aveva saputo innalzarsi co' suoi talenti non meno che coll'intrigo e coll'arditezza. Si dice che in principio della sua carriera aveva recato a Clemente false commendatizie del re Roberto, e che con tal mezzo ottenne i vescovadi di Frejus e di Avignone15. Si racconta pure che nel conclave in cui fu creato papa erano divisi i suffragi; che i Guasconi volevano un papa del loro paese, e che i Francesi ed i Provenzali si unirono agl'Italiani per riportare la santa sede a Roma. Allora non potendo i due partiti andare d'accordo, convennero di porre la nomina del successore di san Pietro in arbitrio del cardinale d'Ossa, il quale con infinito stupore del sacro collegio nominò sè stesso16. Per altro l'aperta parzialità di Giovanni XXII per gli oltramontani, la sua vile dipendenza dalle corti di Parigi e di Napoli, la risoluzione da lui presa di fissare in Provenza la sede pontificia, ed i mali cagionati all'Italia dalla sua ambizione e dalla sua venalità, inasprirono in modo gl'Italiani contro di lui, che forse non meritano intera fede le scandalose voci divulgate da' suoi contemporanei intorno alla sua promozione.
      Dopo la morte d'Enrico VII, Roberto re di Napoli era rimasto senza paragone il più potente sovrano d'Italia. Aveva aggiunto al regno della Puglia la signoria di molte città del Piemonte e l'alleanza di tutti i Guelfi dello stato della chiesa, della Toscana, della Lombardia, che in forza della concessione di Clemente V lo riconoscevano per vicario imperiale.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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