I magnifici palazzi dei Ghibellini che facevano il principale ornamento della città, furono dal popolo furibondo incendiati e distrutti fino ai fondamenti. Furono egualmente distrutte le belle case di campagna, circondate da deliziosi giardini nelle valle di Bisagno e della Polsevera: e dopo quest'odioso saccheggiamento, il re, il clero, ed i cittadini, quasi avessero ottenuta una vittoria contro i barbari e gl'infedeli, non contro i loro compatriotti, portarono in processione le reliquie di san Giovanni Battista, e ringraziarono Dio nelle chiese degli ottenuti vantaggi e del sangue sparso37.
Dopo avere in tal modo celebrata la sua vittoria, Roberto partì dalla Liguria il giorno 29 d'aprile con parte delle sue truppe e delle sue galere; e mentre andava in Provenza alla corte del papa, i Ghibellini riconducevano la loro armata sotto Genova per riprenderne l'assedio. Fino dal 25 di maggio alcune galere di Savona erano entrate nel porto di Genova facendovi varie ricche prede, ma l'armata assediante si accampò presso le mura di Genova soltanto il giorno 27 di luglio; ed il 3 di agosto Corrado Doria chiuse il porto agli assediati con ventotto galere. I Ghibellini ripresero nuovamente i sobborghi, e vi rimasero quattro anni, azzuffandosi frequentemente pel possesso d'ogni ridotto, di ogni chiesa, di ogni casa che poteva fortificarsi. La medesima guerra sostenevasi con egual furore nelle due Riviere; ma l'occidentale era principalmente occupata dai Ghibellini, e l'orientale dai Guelfi.
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