Nostro padre fu armato cavaliere dal vostro, onde dev'esservi tra di noi amicizia e fraternità d'armi: ricevete dunque il pegno di quest'amicizia ereditaria nei regali che vi offriamo, e più non v'immischiate negli affari d'Italia.» Filippo accettò in fatti i magnifichi presenti che i Visconti avevan fatti recare per lui e pei suoi consiglieri; poi parte per timore ed in parte cedendo alla seduzione, invece di pensare a farsi strada colla punta della spada, si ritirò vergognosamente in Francia dopo aver aperti ai Ghibellini alcuni castelli, che Roberto gli aveva affidati. I corpi d'armata che venivano a raggiugnerlo, rimasero esposti ad essere separatamente attaccati e distrutti dai Visconti44.
Dopo la ritirata di Filippo di Valois, Raimondo di Cordone gentiluomo aragonese, ch'erasi assai distinto nell'assedio di Genova, fu scelto da Roberto e dal papa per comandare i Guelfi in Italia: ma intanto altre vittorie dei Ghibellini assicuravano sempre più la potenza de' Visconti; Vercelli dovette loro arrendersi nel 1321, ed il 5 gennajo del susseguente anno Galeazzo Visconti entrò in Cremona per la breccia e l'abbandonò al saccheggio.
Fin a quest'epoca il papa erasi lusingato di approfittare delle guerre civili di Germania per disoggettare affatto l'Italia dall'impero, e stabilire sopra di lei colle armi francesi una nuova autorità. Però erano già otto anni passati da che era incominciato l'interregno di Germania, ed in questi otto anni di confusione e di guerra civile, l'autorità del papa invece di consolidarsi in Italia, pareva che andasse declinando.
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