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      Giovanni XXII non aveva mai voluto dichiararsi per alcuno dei due canditati all'impero; sperava che, snervandosi vicendevolmente colla guerra, avrebbe potuto obbligarli a riconoscersi dipendenti dalla santa sede; e fors'anche, come ne corse allora la voce, pensava di allontanarli un giorno ambedue, per disporre a suo arbitrio della corona imperiale. Ma finalmente le vittorie de' Visconti gli fecero cambiare il suo sistema di politica. Si volse dunque a Federico d'Austria, sul quale conosceva di avere maggior credito che sopra Luigi di Baviera. Il primogenito di Federico aveva sposata una sorella del re Roberto, e la casa d'Austria erasi piuttosto mostrata favorevole ai Guelfi. Giovanni XXII del 1322 promise a Federico di dichiararsi pel suo partito, chiedendogli in contraccambio che facesse una diversione in suo favore. Federico che sommamente desiderava l'appoggio del papa, spedì suo fratello Enrico in Italia con mille cinquecento uomini d'armi45. Enrico d'Austria entrò in Brescia il giorno 11 d'aprile, ove fu raggiunto dai fuorusciti delle città vicine, dai Torriani rifugiati in Venezia, e da circa due mila volontarj.
      Il Visconti trovandosi ad un tempo stretto da Raimondo di Cordone e dal cardinale Bertrando che andava contro di lui rinnovando le scomuniche, desiderava di evitare una battaglia col nuovo avversario suscitatogli dal papa in Germania. Fece offrire ad Enrico ragguardevoli donativi perchè sospendesse la marcia fino all'arrivo de' riscontri che aspettava da Federico, cui aveva mandati degli ambasciatori.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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