Assicuravano che il papa ed il legato erano affezionati alla città di Milano, ed altro non desideravano che di ritornarla libera, essendo disposti ad assecondare gli sforzi che farebbero i cittadini per ottenere così glorioso intento. Lodrisio Visconti, parente di Galeazzo, valoroso e caro ai soldati, ma inquieto e geloso, riscaldava egli stesso i faziosi. La ribellione scoppiò finalmente in Milano il giorno 8 novembre del 1322, gridandosi per le strade pace e viva la chiesa! La cavalleria tedesca, cui Galeazzo non aveva da più mesi pagato il soldo, si unì ai cittadini; e Galeazzo che in tre diversi quartieri della città volle opporsi ai sediziosi coi soldati rimasti fedeli, fu tre volte vinto, e per ultimo costretto ad abbandonare la città in cui aveva regnato53.
Il governo dei Visconti diede luogo ad una nuova repubblica milanese, non però amministrata dal popolo come ne' gloriosi tempi dell'antica repubblica; tutto il potere rimase concentrato in pochi nobili, che avevano preparata la rivoluzione, ed in alcuni capi di truppe mercenarie i quali avevano tradito il loro antico signore. Gli uni e gli altri erano da lungo tempo attaccati al partito ghibellino, e non seppero risolversi ad abbandonarlo interamente; i della Torre non furono richiamati, ed il governo, incerto tra i Visconti ed il cardinale legato, non si consolidò. Galeazzo, ch'erasi ritirato a Lodi, ingrossava la sua truppa; Ladrisio, rimasto nel consiglio di Milano, era già pentito d'aver abbassata la propria famiglia, e comperava a prezzo d'oro que' Tedeschi che aveva prima sedotti acciò che abbandonassero Galeazzo, perchè nuovamente tornassero al suo servigio.
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