Pagina (75/298)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il signore di Lucca, sebbene non avesse ancora che mille quattrocento cavalli, accettò la disfida per ritardare la marcia de' Fiorentini, ed approfittò della vantaggiosa posizione che occupava, per non impegnare tutta la truppa nella battaglia, dando a dietro dopo ogni scaramuccia. Con tale accorgimento si sostenne dallo spuntare del giorno fino alle nove ore del mattino, che Azzo Visconti giunse alla fine in suo soccorso con i suoi mille cavalli; ed allora tutta l'armata ghibellina scese al piano e la battaglia si fece generale.
      Malgrado le sofferte perdite, le forze de' Fiorentini trovavansi ancora per lo meno eguali a quelle di Castruccio, ma quasi al primo tirare di lancia il maresciallo di battaglia di Raimondo di Cardone fuggì con un corpo di settecento cavalli da lui comandati, e gettò il disordine in tutta l'armata113. I Fiorentini, scossi e scoraggiati dall'abbandono di così ragguardevole corpo, non si sostennero lungamente; la cavalleria fu rotta quasi subito, e l'infanteria che combatteva valorosamente, ma con armi che sgraziatamente non bastavano a difenderla dall'urto della cavalleria pesante, dovette anch'essa ripiegare. Quelli che guardavano il ponte di Cappiano, furono i primi a fuggire; onde Castruccio, sopravanzando il rimanente de' fuggitivi, s'impadronì del ponte, e chiuse come in una rete coloro che cercavano114 di salvarsi al di là del fiume. Molti distinti personaggi rimasero suoi prigionieri, fra i quali lo stesso Raimondo di Cardone con suo figliuolo e molti baroni francesi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





Lucca Fiorentini Azzo Visconti Fiorentini Castruccio Raimondo Cardone Fiorentini Cappiano Castruccio Raimondo Cardone