Uno spazio lungo un miglio la strada di Peretola a Fiorenza era stato sempre destinato alle corse dei cavalli. Vien tesa una corda a traverso al ponte alle mosse117, e dietro alla corda cavalli barbari ornati di nastri e di fiori aspettano fremendo d'impazienza, che cadendo la corda loro apra l'arringo: allora slanciansi soli e senza condottieri nell'arena, e la scorrono con un'emulazione, una passione così calda per la gloria, che non crederebbesi propria che degli uomini. Fu in questo luogo medesimo consacrato dalle feste di molte generazioni, che Castruccio pose, il giorno di san Francesco, tre premj per la corsa; il primo ai cavalieri, il secondo ai pedoni, e l'ultimo, per insultare più vivamente i nemici, alle cortigiane. Voleva così dare a conoscere che gli esseri più deboli e più vili della sua armata potevano senza pericolo insultare i nemici. Sebbene i Fiorentini avessero entro le loro mura forze maggiori di quelle di Castruccio, erano in modo scoraggiati per la fresca disfatta, che non osarono uscire dalle loro porte per disturbare la festa118.
Dopo la vittoria Azzo Visconti era tornato a Lucca; di dove, poi ch'ebbe ricevuto venticinque mila fiorini pel soldo e per il premio dovuto alla sua truppa, aveva raggiunto Castruccio. Voleva anch'esso vendicarsi dei giuochi dati due anni prima dai Fiorentini alle porte di Milano, quando Raimondo di Cardone assediava quella città119; ed il giorno 26 di ottobre ricominciò presso alle mura le corse de' cavalli. Ma i Fiorentini non potevano persuadersi che l'armata nemica fosse ritornata per questo solo motivo, e sospettavano che i prigionieri di Castruccio avessero voluto comperare la libertà con qualche tradimento, ed erano agitati da mortali inquietudini.
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