Armarono trentadue galere che mandarono nel golfo di Cagliari; ma l'ammiraglio della repubblica, trovandolo occupato dalla flotta catalana assai più numerosa della sua, si credette abbastanza fortunato d'essersi sottratto ad un attacco dopo avere sbarcato Manfredi, figlio del conte Nieri della Gherardesca, con trecento cavalli tedeschi e duecento arcieri, che si gettarono in Cagliari128.
L'armata arragonese aveva contemporaneamente intrapreso l'assedio di Cagliari e di Città di Chiesa, che si difesero ostinatamente otto mesi: l'eccessivo calore, le acque e l'aere corrotti cagionarono tra gli assedianti terribili malattie, che distrussero dodici mila uomini129. Finalmente Città di Chiesa capitolò il 7 febbrajo del 1324; e la guarnigione uscì cogli onori di guerra e si unì a quella di Cagliari per continuare la difesa di questa seconda piazza.
Intanto Manfredi della Gherardesca, ch'erasi portato a Pisa per avere nuovi soccorsi, ricomparve il giorno 25 di febbrajo nel golfo di Cagliari con una flotta di cinquantadue vascelli che aveva a bordo, cinquecento cavalli e due mila arcieri. Sbarcò senza trovar resistenza la sua gente, e marciò verso Castro di Cagliari per costringere gli Arragonesi a levare l'assedio. Di fatti Alfonso abbandonò i suoi trincieramenti e si fece incontro ai Pisani fino a Luco-Cisterna. Colà le due armate vennero alle mani il 28 febbrajo, e, dopo una lunga ostinata battaglia, gli Arragonesi, superiori di forze, rimasero finalmente vittoriosi. Manfredi, sebbene ferito, potè entrare in Castro con circa cinquecento soldati, ed il rimanente della sua armata fu dispersa.
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