Le navi da trasporto della sua flotta caddero in potere degli Arragonesi, i quali attaccarono i feudatarj fedeli ai Pisani e ne occuparono le province. A quest'epoca molti di costoro furono spogliati delle piccole sovranità che possedevano fin dall'epoca in cui la Sardegna era stata tolta ai Saraceni: ma perchè in un paese mezzo barbaro il potere de' signori ereditarj è il solo che venga rispettato, gli Arragonesi credettero più utile consiglio il fare la pace con questi capitani indipendenti, che lo spogliarli de' loro dominj, onde trovansi ancora per molti anni ne' fasti della Sardegna i nomi delle famiglie pisane130.
Appena terminata la battaglia di Luco Cisterna, Alfonso riprese l'assedio di Castro di Cagliari, di cui Manfredi, poichè fu guarito delle sue ferite, prese il comando. Egli tentò di sturbare con una vigorosa sortita le operazioni degli assedianti, sorprese il loro campo e vi sparse il disordine, ma le vecchie bande de' Catalani non tardarono a circondarlo da ogni parte. Di cinquecento cavalli ch'egli comandava, trecento perirono sul campo di battaglia; ed egli stesso, mortalmente ferito, ricondusse gli avanzi della sua gente in Castro, ove morì dopo pochi giorni. Gli assediati, perduta ogni speranza di soccorso, domandarono di capitolare131.
Alfonso, che aveva di già perduti quindici mila uomini e che sperava di consolidare colla pace la sua conquista, accordò agli assediati onoratissime condizioni. Castro di Cagliari dovea rimanere alla repubblica pisana a titolo di feudo dipendente dal re, e le private possessioni possedute dai Pisani nell'isola doveano rimaner pure in piena loro proprietà: ma la repubblica dovea riconoscere Alfonso come re di Sardegna.
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