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      Il suo rivale, Federico d'Austria, dopo una lunga prigionia a Trausnitz, erasi finalmente stancato della sua schiavitù. Luigi lo aveva visitato nella sua prigione l'anno 1325, avevagli offerta la libertà, non domandando altra ricompensa che la sua amicizia ed alleanza. Una condotta così generosa toccò il cuore di Federico, che riconobbe Luigi per suo imperatore, obbligandosi a difenderlo verso tutti e contro di tutti, anche contro quello, diceva egli, che si dà il titolo di papa. Molti de' suoi baroni eransi fatti garanti delle sue promesse, e la sua figlia aveva sposato il figlio di Luigi147. Invano Giovanni XXII annullò questo trattato; invano Leopoldo, fratello del duca d'Austria, continuò la guerra; che Federico fu fedele alle sue promesse: i due rivali diventati amici sinceri ebbero comuni la tavola ed il letto, e furono in procinto di dividere tra di loro la dignità imperiale148.
      Ne' cinque anni, ch'erano corsi dopo la battaglia di Muhldorf, Luigi aveva sforzati gli altri principi della casa d'Austria a fare la pace, ed aveva sventati gl'intrighi del papa in Germania. Era chiamato in Italia non meno dal desiderio della vendetta, che da quello di sanzionare i suoi diritti all'Impero, facendosi coronare a Roma. Vero è che, indebolito da lunghe guerre, era povero di gente e di danaro; ma il paese che visitava, era una ricca miniera, onde sperava che la cupidigia più che l'ubbidienza avrebbe strascinato in folla i Tedeschi in quelle ricche contrade, per dividerne le spoglie.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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