Per altro la costituzione della città avrebbe potuto risguardarsi come repubblicana e democratica: un magistrato forestiere che aveva il nome di senatore, era incaricato dell'amministrazione della giustizia; un consiglio di cinquantadue membri eletti dai rispettivi quartieri trovavasi alla testa dell'amministrazione, ed erano presieduti dal prefetto di Roma; finalmente veniva frequentemente consultata l'assemblea del popolo; ed il senatore, siccome i due capitani del popolo che lo ajutavano, venivano eletti dalla nazione. Tra i nobili, i Savelli erano ghibellini, guelfi gli Orsini, e dei due fratelli Colonna Stefano e Sciarra, il primo seguiva le parti del papa, l'altro quelle dell'imperatore. Quando seppesi in Roma la discesa di Luigi di Baviera in Italia, un movimento popolare aveva obbligato Napoleone Orsini e Stefano Colonna a ripararsi colle loro famiglie in Avignone, mentre Sciarra Colonna e Giacomo Savelli erano stati nominati capitani del popolo dai Ghibellini vittoriosi165.
I deputati del senato romano si fecero incontro all'imperatore fino a Viterbo per istabilire le condizioni del suo ingresso in Roma: ma Luigi che si era assicurato l'appoggio dei capi del governo, e che non voleva nè scontentare il senato, nè legarsi con anticipate convenzioni, fece onestamente trattenere gli ambasciatori, e giunse egli stesso alle porte della città il giorno 7 gennajo del 1328, prima che fossero tornati: fu accolto dai Romani con infinito giubilo ed alloggiato in Vaticano. Il quinto giorno, fatto adunare tutto il popolo avanti al Campidoglio, commise al vescovo d'Aleria in Corsica di ringraziare in suo nome i Romani dell'attaccamento che gli mostravano.
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