Il 6 di luglio del precedente anno aveva fatto ritenere Galeazzo accusato d'aver trattato coi Guelfi; ma aveva, senza verun pretesto, fatto imprigionare in Monza il figlio ed il fratello di questo signore. Dopo otto mesi lasciatosi finalmente piegare dalle istanze di Castruccio, avea ritornata loro la libertà il 25 marzo del 1328, ma lasciato morire nella miseria e nell'esilio il valoroso capo di questa famiglia. Presentemente negoziava coi superstiti di vender loro la sovranità rapitagli. Egli voleva danaro, ed inoltre chiedeva un pegno della futura fedeltà di coloro che aveva tanto crudelmente offesi. Per fargli cosa grata, Giovanni Visconti, il terzo de' figliuoli del grande Matteo, aveva accettato il cappello cardinalizio dell'antipapa Nicolò V; e mentre suo nipote Azzo mercanteggiava coll'imperatore il riacquisto di Milano, un impreveduto avvenimento affrettò la conclusione del trattato195.
Tutte le truppe imperiali lagnavansi di non essere pagate; ma più impazienti di tutti erano i Sassoni e gli abitanti della Germania196 inferiore, che anche nello stato ecclesiastico avevano minacciato di battersi coi loro patriotti. Finalmente risolsero di sorprendere una fortezza, perchè servisse loro di pegno; ed ottocento cavalieri della bassa Germania con molti pedoni partirono il giorno 29 ottobre del 1329 alla volta di Lucca con tanta celerità, che l'imperatore ebbe appena tempo di far chiudere le porte della città197. Dopo aver saccheggiati i sobborghi di Lucca ed i villaggi di Val di Nievole, si stabilirono sulla montagna del Ceruglio, il più alto tra i colli che dividono il piano delle paludi di Fucecchio da quello del lago di Bientina.
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