La più ridente provincia della Toscana, Val di Nievole, occupata dai Lucchesi l'anno 1281205 aveva ubbidito a Castruccio. Due piccoli fiumi, che per altro non sono mai senz'acque, la Pescia e la Nievole, rendono fertilissimo il piano di questa bella vallata che si copre ogni anno di ricche messi. Le colline che la circondano sparse di ulivi e di viti, producono il più delicato olio ed i migliori vini della Toscana: ne coronano la vetta antiche rocche, le di cui torri, coperte d'ellera e di capperi, s'innalzano di mezzo ad alti castagni ed ai cipressi. Queste rocche non appartenevano alla nobiltà immediata, ma vi si erano adunati per loro sicurezza i proprietarj della valle; un ricinto comune serviva alla difesa delle case e de' più preziosi effetti, e senza uscire dai loro ripari gli abitanti di questo delizioso paese potevano custodire le messi del piano ed osservare il lavoro de' loro agricoltori. Ogni borgata aveva un governo municipale; e prima di passare sotto il dominio de' Lucchesi, queste piccole popolazioni, tanto vicine le une alle altre da potersi intendere parlando da un castello all'altro, si erano talvolta fatte la guerra, ed avevano contratte fra di loro alleanze offensive e difensive. Morto Castruccio, desiderando di separare la loro sorte da quella dei Lucchesi, si collegarono tra di loro per assicurare la comune indipendenza; ma l'esempio dei Pistojesi li persuase a cercare l'alleanza e la protezione di Firenze; onde il 21 giugno del 1329 fu firmato un trattato di perpetua pace tra la repubblica per una parte, e per l'altra i castelli di Pescia, Montecatini, Buggiano, Uzzano, Colle, Cozzile, Massa, Monsummano e Montevetturini.
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