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      Obbligavansi questi a non avere altri amici che gli amici dei Fiorentini, ed essere nemici dei loro nemici, e ad ubbidire ad un capitano che manderebbe loro la repubblica206.
      Parve che allora si presentasse alla repubblica l'opportunità di fare un acquisto assai più importante. Le fu offerta in vendita la città di Lucca. I Tedeschi che avevano abbandonato l'imperatore, e ch'eransi trincierati a Ceruglio, quando seppero ch'era partito, credettero utile di assoggettarsi ad un capo che conoscesse l'Italia e la politica italiana, e scelsero quello stesso Marco Visconti che pochi dì prima avevano arrestato, ma che aveva saputo farsi amare da molti loro compatriotti per il suo valore ed i talenti militari, e perchè il suo carattere inquieto ed intraprendente lo rendevano degno del comando d'una banda di avventurieri. Infatti Marco Visconti trovossi appena capo di questa temuta gente, che prese a negoziare con tutti i suoi vicini, col governo di Firenze, coi Tedeschi di guarnigione a Lucca, e cogli oppressi cittadini di Pisa.
      La conquista di Lucca fu il primo frutto di queste segrete pratiche. L'imperatore aveva lasciati trecento cavalieri tedeschi a Francesco Castraccani degli Interminelli, suo vicario in Lucca; questi furono sedotti dai Tedeschi del Ceruglio; ed altri cavalieri della stessa nazione, che avevano militato sotto Castruccio, ed erano rimasti di guarnigione nella rocca di Lucca, promisero di ajutare il figlio del loro duca, che Marco Visconti aveva fatto venire nel suo campo; e nella notte del 15 aprile le porte della città e la sua rocca furono aperte ai Tedeschi del Ceruglio, i quali disarmarono i cittadini e ne diedero la signoria a Marco Visconti207. Ma i soldati cui andava debitore della nuova sovranità, erano accostumati a vivere coi ladronecci, ed il territorio lucchese che andavano guastando, e la città, impoverita dalle precedenti guerre, più omai non bastavano a mantenerli208. Perciò desideravano di tornare in Germania, ed erano disposti a cedere Lucca a qualunque loro pagasse in cumulo il soldo dovuto dall'imperatore; il quale, stando ai loro calcoli, ammontava a ottanta mila fiorini.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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