Intanto Marco Visconti non si credeva del tutto sicuro in mezzo ai Tedeschi che lo avevano creato loro capo, e venne personalmente a Firenze per ripigliare il trattato della vendita di Lucca. In questo frattempo i suoi luogotenenti aprirono un eguale trattato coi Pisani, i quali, temendo d'essere prevenuti dai Fiorentini in così notabile acquisto, strinsero il contratto pel prezzo di sessanta mila fiorini, e ne sborsarono incautamente per caparra tredici mila, senza farsi dare ostaggi. I Tedeschi si fecero giuoco della data fede e rifiutarono d'aprire la città. Intanto i Fiorentini adombrati dal tentativo de' Pisani, fecero ben tosto avanzare le loro truppe per impedirne l'esecuzione; ed i Pisani che avevano perduta una somma considerabile, e risguardavano egualmente come loro nemici i Tedeschi di Tarlatino che avevano cacciati fuori di Pisa, ed i Tedeschi di Lucca che gli avevano ingannati, furono obbligati a fare la pace con Fiorenza il 12 agosto del 1329, rinunciando all'acquisto di Lucca213.
I Tedeschi rinnovarono un'altra volta l'offerta di vendere Lucca ai Fiorentini; e perchè la signoria non aveva voluto accettarla, molti ricchi mercanti formarono una società, nella quale prese parte anche il nostro storico Giovanni Villani, per acquistar Lucca col loro danaro. Essi avevano raccolti tra di loro cinquantadue mila fiorini, e dieci mila ne aggiungevano i mercanti lucchesi che desideravano di liberar la loro patria dall'oppressione; onde dalla signoria di Fiorenza si chiedevano soltanto quattordici mila fiorini, per i quali le si davano in custodia le mura e la fortezza: e coloro che avevano somministrato il danaro, sarebbero stati rimborsati col prodotto delle gabelle delle porte di Lucca.
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