Pagina (136/298)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Giovanni, re di Boemia, che era l'amico, il confidente e l'appoggio di Luigi di Baviera, era in pari tempo rispettato da Filippo di Valois e da Giovanni XXII, ed aveva strette relazioni colle corti di Francia e d'Avignone. In Italia non aveva fatta alcuna differenza dai Guelfi a' Ghibellini, era stato alternativamente chiamato dagli uni e dagli altri, aveva trattato con tutti, e gli aveva tutti accarezzati. Se talvolta la sua riputazione eccitava qualche gelosia, le sue maniere aperte ed amichevoli dissipavano subito i sospetti, e gli conservavano l'amicizia delle opposte parti. I soli Fiorentini non lasciaronsi ammaliare da tale incantesimo: videro che questo monarca, figlio dell'antico loro nemico Enrico VII, aveva in pochi mesi formata in Italia una potenza colossale; che non trovando chi gli resistesse, non tarderebbe ad esserne l'arbitro, ed allora farebbe conoscere qual egoismo s'ascondeva sotto la presente simulata imparzialità; quale dissimulazione avesse impiegata per conciliarsi la confidenza di accaniti avversarj; quale ambizione fosse il vero motivo di tanto zelo pel pubblico bene. Determinarono perciò di opporsi colle armi ai progressi delle sue conquiste, e ricusarono di levare l'assedio di Lucca: ma dovettero ben tosto chiamare la loro armata a difendere i proprj confini, ed alcune scaramucce in Val di Nievole furono i primi fatti d'arme del re di Boemia in Italia250.
      La protezione accordata da questo re ai Ghibellini di Modena e di Reggio contro al legato aveva risvegliata la collera della chiesa, ed i Fiorentini ricevettero dal papa una lettera che fu letta in presenza di tutto il popolo, colla quale Giovanni XXII dichiarava di non aver mai dato il suo assenso o l'approvazione della chiesa al re di Boemia per le rivoluzioni fatte in Lombardia251. Ma seppesi pochi giorni dopo che questo re aveva avuto tra Bologna e Modena un segreto intertenimento col legato Bertrando; fu osservato che questi due ambiziosi emuli si diedero, separandosi, non equivoci segni di amicizia, e più non si dubitò che non fossero essi convenuti di dividere tra di loro il dominio dell'Italia252. Sotto il nome del partito guelfo il cardinale si andava formando un principato, di cui Bologna stata sarebbe la capitale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





Boemia Luigi Baviera Filippo Valois Giovanni XXII Francia Avignone Italia Guelfi Ghibellini Fiorentini Enrico VII Italia Lucca Val Nievole Boemia Italia Ghibellini Modena Reggio Fiorentini Giovanni XXII Boemia Lombardia Bologna Modena Bertrando Italia Bologna