I principi ghibellini della Lombardia, che non si erano opposti a Giovanni, approfittarono di questa circostanza per ingrandirsi a sue spese. Mastino della Scala ed Azzo Visconti convennero di attaccare le città ch'eransi a lui assoggettate, prendendo per confine dei rispettivi loro stati e delle loro conquiste il fiume Oglio258. In fatti il signore di Verona, il 14 giugno del 1332, s'impadronì di Brescia coll'ajuto dei Guelfi, abbandonando i Ghibellini suoi antichi alleati alle loro vendette259. Azzo Visconti prese Bergamo. Poco dopo i Ghibellini gli diedero volontariamente Vercelli; e suo zio Giovanni Visconti con una singolare astuzia lo fece padrone di Novara, di cui egli era vescovo. Finse Giovanni Visconti d'essere caduto gravemente infermo, e, secondo l'uso d'Italia, recaronsi a trovarlo i principali cittadini del paese. Caccino Tornielli, che da una fazione era stato fatto signore di Novara, essendo pure andato a ritrovarlo, mostrò Giovanni vivo desiderio d'intertenersi con lui segretamente avanti di morire, onde il corteggio del principe si ritirò. Allora il vescovo mostrossi sorpreso dagli affanni dell'infermità, onde Torniello gli porse le mani per calmarlo, che il finto ammalato prese ambedue con molta forza, e chiamati i suoi domestici lo fece porre in una prigione, e cavategli colle minacce le chiavi della città, v'introdusse i soldati di suo nipote260.
I signori di Lombardia attaccando il re di Boemia, trovarono d'avere per loro nemici i nemici del re Roberto e dei Fiorentini.
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