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      Erano ancora, a dir vero, impegnati in una guerra; ma l'avevano incominciata spontaneamente, sperando di accrescere lo stato con facili conquiste. I nemici da loro attaccati non potevano diventare pericolosi, ed era inevitabile e prossima la loro caduta. Tranne la sola città di Lucca, che avevano preso a sottomettere colle armi, tutto il rimanente della Toscana domandava loro alleanza. I Pisani erano indeboliti dalle fazioni tra i soldati ed il popolo, ed avevano scelto arbitro il vescovo di Fiorenza onde terminare coi Sienesi una guerra, nella quale avevano presa parte per il possedimento di Massa di Maremma. Gli Aretini vivevano tranquilli sotto il governo di Pietro Saccone de' Tarlati. Erano strettamente legate con Fiorenza pel comune interesse della parte guelfa le repubbliche di Perugia e di Siena; mentre le più piccole città di Pistoja, Volterra, Colle e san Gemignano erano piuttosto suddite che alleate della signoria di Fiorenza. In mezzo a tanta prosperità i Fiorentini si abbandonavano alla loro inclinazione pei piaceri. Due compagnie d'artigiani diedero tutto un mese feste e spettacoli nelle strade. Talora vedevansi scorrere la città in abito uniforme col capo coronato di ghirlande di fiori, e un'allegra musica dirigeva i loro misurati passi; altra volta si disputavano nelle pubbliche piazze il premio delle giostre e de' tornei; finalmente intrattenevano spesso il popolo cogli spettacoli, ne' quali la pittura, la poesia, la musica dovevano parlare insieme all'immaginazione e preparare da lontano il risorgimento del teatro.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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