Fu questo papa che attribuì alla santa sede il diritto esercitato prima dalle chiese di nominare esse medesime i proprj pastori; e la simonia che presiedeva a queste elezioni eccitò l'universale malcontento. Ma la condotta del papa in Italia, la perfidia e la crudeltà de' suoi agenti per conseguire gli ambiziosi loro fini, accrescevano a dismisura l'indignazione dei popoli. La persecuzione di Luigi di Baviera aveva stomacata tutta la Germania, ed un grido universale si alzava contro tante ingiustizie e parzialità; quando finalmente per mettere il colmo allo scontentamento della chiesa, la stessa fede del papa cadde in sospetto d'eresia ed i devoti unirono le loro imprecazioni alla furia de' mondani contro di lui.
Alle sue passioni politiche univa Giovanni XXII il gusto delle discussioni teologiche, ed un grandissimo acume per seguirle. La chiesa non aveva ancora deciso come un punto di domma quale fosse lo stato delle anime de' beati dopo la loro morte fino alla fine del mondo. Giovanni XXII, persuaso che soltanto l'ultimo giudizio doveva aprir loro le porte della celeste gloria, teneva per indubitato che fino a quel gran giorno le loro anime non vedrebbero Dio in tutta la sua gloria; egli incoraggiava i teologi a disaminare tale quistione e ricompensava coi benefizj coloro che nelle scritture o nelle prediche sostenevano la sua opinione; ma in breve incontrò una opposizione assai maggiore che non si aspettava. La sua credenza che sembrava a principio indifferente, poteva avere sulle entrate della chiesa le più tristi conseguenze: siccome negava alla Vergine Maria, agli apostoli ed a tutti i santi l'ingresso in cielo prima della fine del mondo, attaccava i fondamenti della dottrina delle indulgenze, delle messe per il riposo delle anime, dell'invocazione e della intercessione dei santi, e per ultimo del fuoco del purgatorio.
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