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      Nelle guerre civili che da tanto tempo desolavano il suo paese, aveva date luminose prove di valore, senza macchiarsi mai con atti di crudeltà. I soldati tedeschi che servivano allora in Italia, l'avevano chiamato loro signore e gli mostravano un illimitato attaccamento. Liberale coi suoi compagni d'armi fino all'imprudenza, appena per sè conservava una tonaca ed un cavallo. L'alta sua statura e le sue eleganti maniere chiamavano sulla di lui persona gli sguardi di tutte le donne, e la verginale purità de' suoi costumi, che assicuravasi non esser giammai stata smentita, dava un nuovo pregio alla sua nobile figura301. Pietro de' Rossi era ritenuto come ostaggio a Verona, ma trovò modo di fuggire, e venne a chiedere soccorso ai Fiorentini, che seppe eccitare alla vendetta. Dopo aver date prove de' suoi militari talenti in una breve campagna nel territorio di Lucca, passò il primo ottobre al comando della grande armata della lega nella Marca Trivigiana302.
      Pietro de' Rossi attraversò colla sua armata i territorj di Treviso e di Padova, insultò le guarnigioni delle due città, abbandonò le campagne al saccheggio, e con mille cinquecento cavalli tenne a bada l'armata di Mastino composta di quattro mila. Ma i Veneziani vedendolo aggirarsi in quel labirinto di fiumi e di canali, che attraversano in mille maniere il territorio padovano, ne furono inquietissimi, tanto più che il nemico aveva rotti tutti i ponti e fortificati i passaggi: ma Pietro finse di cercar la battaglia, e secondo la costumanza cavalleresca mandò ad offrirne il pegno al campo di Mastino; perchè questi persuadendosi che doveva essere per lui vantaggioso il non far quello che desiderava il nemico, lasciò fuggire l'occasione d'attaccarlo e gli permise di stabilirsi e di fortificarsi a Bovolento sul Bacchiglione, sette miglia al di sotto di Padova303.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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