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      Di là marciò verso Nerviano, e giunse sul campo di battaglia mentre lo truppe di Lucchino di già rotte si difendevano ancora debolmente. Ettore da Panigo piomba su la compagnia rifinita dalla fatica di due battaglie e disordinata dalla caccia data al vinti, fa un orribile macello di questi avventurieri; libera Lucchino e fa Lodrisio prigioniero.
      In una sola giornata la compagnia aveva ottenute due vittorie, e due ne aveva pure ottenute il conte da Panigo suo avversario. Questi ricondusse allora le vittoriose sue truppe verso Milano. Al passaggio dell'Olona incontrò il capitano tedesco Malerba che da Lodrisio era stato posto alla custodia di quel fiume per tagliare la ritirata ai fuggitivi. Fu anche questi disfatto dopo un ostinato combattimento che fu il quinto di questo giorno e pose fine alla battaglia di Parabiago distruggendo la compagnia di san Giorgio. Questa rapida campagna, terminata in meno di venti giorni, richiamò a sè gli sguardi di tutta l'Italia: l'incredibile accanimento con cui aveano combattuto i mercenarj in quest'occasione, nella quale portavano le armi contro l'intera società, ispirava tanto maggiore spavento, in quanto che si paragonava alla mollezza con cui sostenevano le altre guerre. La spedizione di Parabiago disvelò il loro segreto.
      Si osservò che le loro ordinarie battaglie non erano che un trastullo nel quale cercavano di guadagnare la paga col minor sangue e fatica possibile; ma che non facevan uso di tutte le loro forze, che quando le destinavano alla sovversione dell'ordine sociale.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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