Nel 23 agosto del 1340 ricevette una lettera dal senato di Roma, che lo invitava in quella capitale del mondo, per ricevervi in Campidoglio la corona d'alloro, che ne' tempi della romana grandezza accordavasi talvolta ai poeti in occasione de' giuochi capitolini. La sera dello stesso giorno ebbe Petrarca una seconda lettera da Roberto de' Bardi Fiorentino, cancelliere dell'università di Parigi, in allora la più celebre dell'Europa, che in nome della medesima lo invitava colle più lusinghiere espressioni a Parigi per esservi egualmente coronato d'alloro. Francesco Petrarca aveva in allora trentasei anni, e vivea nel suo tranquillo ritiro di Valchiusa, presso Avignone, quando le due più grandi città del mondo sembravano disputarsi l'onore di preparargli un trionfo362.
Petrarca, per la sua coronazione, diventò un personaggio affatto degno di storia: e fu così altamente collocato nell'opinione del suo secolo, che da qui innanzi lo vedremo pronunciare i suoi oracoli sulla politica e sulla letteratura; giudicare i pontefici e gl'imperatori, ed ottenere un rispetto talvolta esagerato da que' medesimi ch'egli condannava. Notabile fu l'influenza di tanta gloria sopra un carattere pieno di vanità: Petrarca non cessò mai nella sua carriera politica di essere un trovatore; e tutti i tiranni d'Italia, lusingando il suo amor proprio, ottennero da lui ricompensa di bassa adulazione. Alcuni lo impegnarono in azioni contrarie a' suoi principj ed a' suoi doveri come cittadino di Fiorenza e come Guelfo363. Anche il suo merito letterario medesimo può essere attaccato.
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