Pagina (197/298)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma in Bologna eranvi di que' tempi, oltre i legisti, altri maestri dai quali poteva Petrarca ascoltare lezioni al suo gusto più confacenti. Scelse adunque quelle di Cino da Pistoja e di Cecco d'Ascoli, dopo Dante, i due più illustri poeti di que' tempi, sebbene fosse il primo professore di diritto, l'altro di filosofia e di astrologia. L'uno e l'altro ispirarono a Petrarca il gusto per la poesia lirica italiana leggendogli le loro poesie ch'egli superò di lunga mano. Del 1327, sotto il governo del duca di Calabria, il professore d'astrologia Cecco d'Ascoli, che appunto in tale anno era pure astrologo del duca, fu abbruciato in Firenze come fattucchiere dal tribunale dell'Inquisizione368.
      Petrarca aveva, del 1325, perduta la madre, cui nel susseguente anno tenne dietro anche il genitore; onde gli fu forza di lasciare Bologna e di recarsi in Avignone col fratello Gerardo per raccoglierne la piccola eredità369. I sottili redditi del loro patrimonio consigliarono i due fratelli ad abbracciare lo stato ecclesiastico; e Petrarca, già conosciuto per alcune poesie alla corte pontificia, vi fu cortesemente accolto da alcuni principali signori romani e da alcuni prelati. Era Petrarca di gentile aspetto, e gagliardamente inclinato a conversare colle donne, la di cui protezione, in allora potente alla corte d'Avignone, conduceva facilmente a grandi fortune. Petrarca, volendo cattivarsene il favore coi versi, fece scelta della lingua italiana; perfezionando la quale, e dandole maggiore armonia, si acquistò tanta gloria370.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





Bologna Petrarca Cino Pistoja Cecco Ascoli Dante Petrarca Calabria Cecco Ascoli Firenze Inquisizione Bologna Avignone Gerardo Petrarca Petrarca Avignone