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      Roberto che gli aveva tolta la corona di Napoli col favore della corte pontificia, quando vide spenta la sua maschile discendenza, pensò di ritornare la corona alla casa d'Ungheria. Carlo Uberto venne a Manfredonia colla sua famiglia, e, valendosi della dispensa del papa, fece sposare ad Andrea suo secondogenito, allora di sette anni, Giovanna, maggior figliuola del duca di Calabria, che ne aveva cinque. Tale maritaggio si celebrò il 26 settembre del 1333; ed Andrea che fu dal padre lasciato alla corte di Napoli per esservi educato dall'avo della sposa, ricevette il titolo di duca di Calabria, e fu riconosciuto erede presuntivo della corona380.
      D'altra parte il re di Sicilia, Federico, quello stesso che dal 1295 innanzi aveva difesa la Sicilia con tanto coraggio e fortuna contro gli attacchi de' Napoletani, de' Francesi e della Chiesa, morì assai vecchio il 14 giugno del 1337, lasciando la corona a D. Pedro suo maggior figliuolo, che, lungi dall'avere i talenti e le virtù del padre, aveva opinione di scimunito381.
      Roberto tentò invano di approfittare della debolezza del nuovo re siciliano e della ribellione che si manifestò ne' suoi stati. I Napoletani, dopo un'inutile campagna nel 1338, furono forzati di ritirarsi382. Genova e molte altre città della Lombardia e del Piemonte eransi sottratte al dominio di Roberto. La guarnigione che aveva posta in Asti, non vedendosi pagata, vendè quella importante piazza al duca di Monferrato383. Intanto l'avarizia e la debolezza di Roberto davano il regno in preda a gravissimi disordini.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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