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      Mastino della Scala aveva posto ad altissimo prezzo il possedimento di Lucca quando questa città gli apriva le porte della Toscana. Il territorio di Lucca comunicava allora per mezzo dello stato di Parma cogli stati degli Scaligeri posti al di là dell'Adige. Parma univa in un solo corpo i diversi paesi sottomessi a questa famiglia, onde per meglio assicurarsi della sua ubbidienza, Mastino l'aveva ceduta in feudo ai suoi zii materni, i figliuoli di Giberto da Coreggio. Egli credeva di potersi fidar loro interamente sia pei legami del sangue, come per la riconoscenza che gli dovevano, e per l'odio inveterato che la casa di Coreggio nudriva contro quella dei Rossi da lui spogliata di Parma, e cacciata in esilio. Ma Azzo, il terzo de' quattro fratelli da Coreggio, non si accontentava del rango di signore feudatario, ed aspirando alla sovranità, sperava di poterla conseguire congiurando contro il suo benefattore. Per riuscire ne' suoi progetti chiese soccorsi a Roberto di Napoli, a Luchino Visconti ed al Gonzaga di Mantova; ed il 17 maggio del 1341, essendogli state aperte dai fratelli le porte di Parma, corse la città alla testa de' cavalieri che aveva adunati, facendosene proclamare signore394. Allora fu tolta ogni comunicazione tra Lucca e gli stati di Mastino, il quale trovossi impegnato in una pericolosa guerra coi signori di Milano e di Mantova; onde posto fuori di speranza di ricuperare Parma e di conservare Lucca, risolse di vendere l'ultima ai Fiorentini o ai Pisani, che ne desideravano egualmente la signoria.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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