Coloro che comandavano a Lucca per parte della repubblica fiorentina, vedendo che l'armata che doveva liberarli, non aveva potuto far levare l'assedio, e mancando affatto di munizioni, capitolarono, cedendo la città ai Pisani il giorno 6 di luglio del 1342411.
Il malcontento del popolo manifestossi in Firenze con una terribile violenza, allorchè fu veduta entrare la potente armata di Malatesta che aveva lasciato prender Lucca sotto i suoi occhi; il pubblico accusava a vicenda d'inesperienza e di viltà il generale, d'ignoranza, di presonzione o di venalità i signori della guerra. Se avesse comandato, si diceva, il duca d'Atene, non avrebbe sofferta una così dannosa inazione, nè così vile ritirata; ma questi, a dispetto della fortuna de' Fiorentini che aveva loro mandato un così riputato generale, era stato ridotto al rango di semplice spettatore dei mancamenti e dell'ignoranza di un altro. Convenne, per soddisfare al popolo, dare all'istante il titolo di capitano di giustizia al duca d'Atene; ed allorchè il 1° agosto terminò la condotta del Malatesta, si dovette confidare al duca il comando generale dell'armata. In forza delle quali attribuzioni ebbe questi il diritto di alta giustizia nella città e nel campo412.
Due fazioni erano di que' tempi in Firenze che miravano a distruggere la pubblica libertà. Formavasi la prima dell'antica nobiltà. Esclusi i nobili dal governo da un'ordinanza di giustizia, vedevansi esposti ad arbitrarie e talvolte ingiuste procedure qualunque volta il solo loro nome veniva pronunciato in qualche sommossa, e la gelosia del popolo rimproverava loro perfino il potere di cui esso gli aveva spogliati: perciò erano essi disposti a tutto intraprendere per rovesciare quella libertà cui essi non partecipavano.
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