Pagina (231/298)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Per l'adunanza di questo consiglio scelse una sala le di cui finestre erano difese da cancelli di ferro, ed ingiunse alle sue guardie di chiudere le porte del palazzo tosto che sarebbersi adunati i cittadini, di assalirli all'impensata ed ucciderli, promettendo loro in premio di tanta barbarie il sacco della città428.
      Tra coloro che il duca aveva chiamati nel suo consiglio, trovavansi i principali capi di tutte le congiure, i quali avevano ragione di credere il tiranno almeno in parte informato delle loro trame, e non erano altrimenti disposti di porsi essi medesimi nelle sue mani. Altronde un confuso bucinamento dei preparativi che facevansi in palazzo erasi sparso in tutta la città, e ne accresceva ii terrore. Fin allora eransi tutti per timore taciuti, ma un nuovo motivo di timore più grande e più imminente fece rompere questo silenzio; tutti presero a domandare consiglio o assistenza ai loro vicini, ai loro amici; tutti fecero conoscere la situazione in cui si trovavano; durante quella notte tutti i diversi conciliaboli comunicarono assieme, ed i Fiorentini vennero in chiaro che tre congiure indipendenti le une dalle altre erano in procinto di scoppiare nello stesso tempo. L'occasione di sorprendere il tiranno non era più sperabile, ma le forze per attaccarlo apertamente erano maggiori assai che non lo avevano creduto gli stessi congiurati. Tutti coloro che il duca aveva chiamati, convennero prima di tutto di non andare al consiglio, tenendosi invece armati nelle proprie case coi loro servi, clienti ed amici.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





Fiorentini