In tempo della guerra con Mastino della Scala la signoria aveva guarnigione propria in Arezzo, Pistoja, Volterra e Colle di Val d'Elsa, possedeva diecinove castelli murati nel territorio di Lucca, e quarantasei nel proprio, senza contare quelli che appartenevano ai nobili suoi cittadini. Le pubbliche entrate ascendevano allora a trecento mila fiorini431. Il solo re di Francia era più ricco assai fra tutti i monarchi della cristianità; quelli di Sicilia e di Arragona erano più poveri, e quello di Napoli aveva un'entrata eguale appena a quella de' Fiorentini432.
Le spese del comune in tempo di pace non consumavano il sesto delle entrate433. Lo stato ordinario delle spese non oltrepassava i quaranta mila fiorini, senza per altro contare il salario delle truppe a cavallo. Ma perchè la repubblica, appena falla la pace, licenziava i suoi condottieri, essa riprendeva un reggime econonomico, che la poneva ben tosto in situazione di pagare i suoi debiti434. A meI lavori alle mura, ai ponti, alle chiese formano la spesa straordinaria unitamente al soldo delle milizie di guerra. In tempo di pace la repubblica non manteneva che settecento in mille cavalli ed altrettanti pedoni.] pare che nel circostanziato conto della spesa siavi qualche cosa di commovente, quando ci ricordiamo essere un cotal conto di uno de' più potenti stati d'Europa, e che non vi si trova pagato un solo pubblico funzionario quando non sia forastiere. In una repubblica è sufficiente compenso del lavoro l'onore di governare, e quando il buon nome è la sola ricompensa de' magistrati, tutti si sforzano di meritarlo; per lo contrario, ricevendo un salario, conseguono il loro intento quando ottengono la mercede, e l'impiego non lascia d'essere loro utile sebbene non siansi meritato l'amore del popolo, nè il rispetto della posterità.
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