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      Fece fare uno stendardo sul quale era dipinto l'assassinio d'Andrea, e lo inalberò egli stesso in su gli occhi d'una dieta ungarese per impegnare quella valorosa nobiltà a vendicare il fratello del suo re. In appresso marciò verso Zara, in Dalmazia, con trenta mila cavalli, sperando d'obbligare i Veneziani a levare l'assedio di quella città che si era loro ribellata, onde colà imbarcarsi alla volta del regno di Napoli477.
      I Veneziani, all'avvicinarsi del re d'Ungheria, afforzarono il loro campo, guastarono il paese intorno a loro, ma non si rimossero perciò dall'assedio, e senza esporsi all'eventualità d'una battaglia, impedirono al re di comunicare cogli assediati, e di avanzarsi fino al mare. Gli Ungari non tardarono a soffrire mancanza di vittovaglie ed a conoscere l'impossibilità di attraversare l'Adriatico coperto da una flotta veneziana; onde il re Luigi, rinunciando nel presente anno all'impresa del regno, tornò in Ungheria onde entrare in trattati coi suoi vicini ed assicurarsi della loro amicizia, mentre rimarrebbe lontano da' suoi stati478.
      Mentre il re d'Ungheria s'impegnava in una lontana guerra, gli si rendeva più che mai necessaria l'amicizia de' Polacchi; e fortunatamente trovavansi unite queste due nazioni da stretta alleanza, giacchè Luigi dal canto di sua madre Elisabetta era nipote di Loctec, re di Polonia; e suo zio Casimiro, non avendo figliuoli, lo aveva destinato suo successore479. Il re d'Ungheria era inoltre alleato dell'imperatore Luigi di Baviera, e questo monarca, padrone del Tirolo, poteva aprire agli Ungari le porte dell'Italia.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo V
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 298

   





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