Luigi di Baviera che ancora viveva colla coscienza inquieta per scomuniche contro di lui fulminate, gli aveva scritto, pregandolo a riconciliarlo colla Chiesa. Il duca di Durazzo, il principe Luigi di Taranto, e la regina Giovanna l'avevano nelle loro lettere chiamato carissimo amico; per ultimo il re Luigi d'Ungheria gli aveva spedita un'ambasciata per chiedergli vendetta degli uccisori di suo fratello. Il tribuno condusse gli araldi d'armi di quest'ambasciata innanzi al popolo adunato, e ponendogli la corona tribunizia in sul capo, rispose loro: io giudicherò il globo della terra secondo la giustizia, ed i popoli secondo l'equità506. Ben tosto infatti la causa della regina Giovanna e del re Luigi fu disputata innanzi al suo tribunale dagli ambasciatori nominati dalle contrarie parti507; ma Cola non pronunciò veruna sentenza.
Frattanto la sempre crescente vanità del tribuno l'impegnò a farsi armare cavaliere, come se tale distinzione, che lo innalzava al rango della nobiltà, non lo riponesse al di sotto di coloro, di cui era in avanti padrone. Questa ceremonia si fece il primo giorno d'agosto nella chiesa di san Giovanni di Laterano. Venne preceduta da una corte plenaria, ove splendidissime feste furono date a tutti gli ambasciatori, agli stranieri ed ai più distinti Romani nei tre palazzi di Laterano. La vigilia della festa di san Pietro in Vincola, il tribuno bagnossi nella conca di porfido, ove la tradizione dice che si era bagnato Costantino, dopo essere guarito dalla lepra da papa san Silvestro.
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