Ma Cola fece subito suonare le trombe, onde i Romani non potessero udire tali proteste511.
Ciò null'ostante il vicario non rifiutò di pranzare solo col tribuno alla tavola di marmo, mentre la moglie di Cola presiedeva nel palazzo nuovo alla mensa di nobili signore. Altre tavole venivano servite nel palazzo vecchio, senza distinzione di ranghi, ad abbati, a monaci, a cavalieri, a mercanti, invitati alla ceremonia; e fin allora non erasi altrove veduta in un banchetto tanta magnificenza512.
Questo fasto esauriva l'entrate di Roma, e le persone sagge cominciavano ad avvedersene. In un pranzo dato da Cola poche settimane dopo ai principali signori della nobiltà romana, il vecchio Stefano Colonna propose se meglio convenisse ad un popolo l'essere governato da un prodigo o da un avaro. Dopo molte parole Stefano sollevò il lembo del mantello del tribuno ch'era ornato di frange d'oro e di ricami, e gli disse presentandoglielo: «Tu stesso, o tribuno, dovresti portare i modesti abiti de' tuoi eguali, piuttosto che questi pomposi ornamenti.» Cola turbossi ad un rimprovero che pareva accomunarlo al volgo, ed uscì della sala senza rispondere; ed in un primo movimento di collera ordinò l'arresto di tutti i nobili che si trovavano nella sala. Per giustificare questo subito rigore, disse ben tosto d'avere scoperta una congiura che i nobili ordivano contro il popolo e contro di lui513. Fece adunare in Campidoglio il parlamento, o assemblea generale, per il susseguente giorno 17 di settembre, ed annunciò che per liberare per sempre il popolo dal giogo dell'oligarchia, disponevasi a far decapitare tutti i nobili che avevano presa parte al tradimento.
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