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      CAPITOLO XXXVIII.
     
      Carestia e peste in Italia. - Nuove fazioni di Pisa. - Guerre del re d'Ungheria e della regina Giovanna. - Secondo Giubileo.
     
      1347=1350.
     
     
      Il quattordicesimo secolo forma una delle più gloriose epoche dell'Italia; perciocchè in verun tempo vi si coltivarono le lettere con maggior ardore, nè furonvi accolti ed onorati i dotti con maggiore entusiasmo: in verun altro tempo non si acquistarono tanti lumi nè si disseminarono così generalmente tra gli uomini; in niun altro secolo furono tramandati alla posterità più nobili monumenti del genio creatore, o del più ostinato lavoro. Il rinnovamento delle greche e latine lettere, la creazione dell'idioma italiano e della moderna poesia, l'arte d'insegnare la politica nella storia e di dare agli uomini nel racconto degli avvenimenti una lezione allettatrice ad un tempo ed istruttiva; il perfezionamento della giurisprudenza, i rapidi progressi della pittura, della scultura, dell'architettura e della musica, sono cose di cui l'Europa va debitrice agli Italiani del quattordicesimo secolo. Ma quest'epoca, che per tante ragioni vuol essere attentamente studiata, non fu per l'umanità egualmente felice. Molte di quelle virtù che innalzano il carattere degli uomini, che associandosi alle loro passioni, le nobilitano, erano affatto scomparse, ed avevano preso il loro luogo que' ributtanti vizj che deturpano la storia che noi scriviamo. Sicuri mezzi per giugnere alle principali cariche nelle corti de' principi erano la vile adulazione, la bassezza, l'intrigo, il vizio.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818, pagine 301

   





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