Il sentimento delle immutabili leggi della morale e della religione era distrutto dalla storia d'ogni giorno, e dalle rivoluzioni di ogni stato.
Le stesse repubbliche non erano preservate da questa generale corruzione. Circondate da ogni banda da piccoli principi che loro tendevano frequenti insidie, adottarono più d'una volta la tortuosa politica de' loro nemici e si resero sospette di perfidia. Le immense ricchezze ammassate col commercio avevano alterata la purità de' principj repubblicani, e l'oro era diventato un mezzo troppo sicuro per acquistare il favore del popolo, ed ottenere le supreme magistrature. Non guardavasi più tanto ai modi adoperati per acquistare le ricchezze; e colui che malaversava in una pubblica amministrazione e si appropriava il danaro dello stato, sapeva di trovar sempre sufficienti mezzi per ricuoprire le sue concussioni, qualunque volta gli procurassero una grande opulenza. Scandalosi furti furono commessi in Firenze in tempo della guerra di questa repubblica con Mastino della Scala, e le pene inflitte dal duca d'Atene ai comandanti d'Arezzo e di Lucca furono, sebbene arbitrarie, fors'anche meritate. Non parleremo della violenza delle civili dissensioni, nè delle rivoluzioni che davano e toglievano il governo alle diverse classi dei cittadini: gli è questo il necessario destino delle repubbliche, e il prezzo con cui esse pagano i moltiplicati talenti, e l'energia di carattere e le generose passioni che non trovansi che presso di loro. Rimprovereremo bensì a queste repubbliche d'avere intieramente abbandonata l'arte e lo spirito militare, d'aver lasciato che si spegnesse ne' cittadini e ne' sudditi il valore italiano; e d'essersi in tal modo assoggettate prima alle mercenarie milizie tedesche che le tradivano, poscia a quelle compagnie di avventurieri che le rendevano vergognosamente tributarie.
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