Ma questa involuzione della repubblica era cosa di non molta considerazione a fronte delle novità cagionate nell'Italia meridionale dalla morte di Andrea re di Napoli. Il re Luigi d'Ungheria aveva giurato di vendicare la morte di suo fratello, e compì il suo disegno appunto in tempo delle calamità della carestia e della peste. La vigorosa resistenza che gli avevano opposta i Veneziani innanzi a Zara l'anno 1346, avevangli impedito di unire quella città al suo regno, e di stabilire per mezzo del suo porto, a traverso dell'Adriatico, una comunicazione tra l'Ungheria e le province della Puglia. Zara, che Luigi aveva invano cercato di liberare dall'assedio, dovette infine dopo diciotto mesi di ostinata resistenza, rendersi ai Veneziani in dicembre del 1346. I Jadriotti si presentarono colla corda al collo al Senato veneto, per chiedere perdono della loro ribellione24; ed il re Luigi che aveva promesso di proteggerli, differì la sua vendetta contro Venezia dopo quella che voleva prendere della regina Giovanna.
Nè l'elezione di Carlo IV, e la guerra che provocò in Germania, nè la morte di Luigi di Baviera, non ridussero il re d'Ungheria a rinunciare alla stabilita impresa. Egli si fece precedere da suo fratello naturale il vescovo di Cinque Chiese per disporre i popoli a suo favore. La città d'Aquila aprì le porte al prelato ungaro, e quasi tutti gli Abruzzi ed il conte di Fondi si dichiararono per lui25. Il re che aveva fatto noto a tutti i suoi sudditi il desiderio di vendicarsi, si mise più tardi in cammino, partendo da Buda il 3 di novembre del 1347 con poche forze, ma con molti tesori, credendo miglior consiglio l'assoldare truppe in Italia, che condurvele da così lontana parte26.
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