La totale estinzione di un prodigioso numero di famiglie aveva dato luogo ad infinite procedure per conseguire la giacente eredità; la mortalità ancora più grande tra i poveri che tra i ricchi, aveva privato di braccia l'agricoltura, i mestieri e le fabbriche. I salarj erano stati portati ad altissimo prezzo, e gli operaj si abbandonavano ai piaceri della mensa ed alla mollezza, onde facevano assai meno lavoro che non avrebbero potuto fare. A Firenze la signoria, volendo ridurre il popolo alla sobrietà, accrebbe le gabelle delle vittovaglie; ma gli operai viveano in tale agiatezza, che appena si lagnarono delle più onerose imposte44. Frattanto coloro che dal passato flagello della peste erano stati tocchi da sentimenti religiosi, preparavansi ad approfittare dell'indulgenza plenaria accordata da papa Clemente VI per l'anno 1350, come per un giubileo centenario. Nell'incominciare di quest'anno i fedeli pieni di fervore e di umiltà si posero in cammino da ogni parte dell'Europa, pazientemente sopportando l'inclemenza d'una stagione che fu assai rigorosa, i ghiacci, le nevi e le dirotte piogge che avevano affatto guaste quasi tutte le strade. Siccome i pellegrini riempivano tutti gli alberghi e tutte le case poste lungo le strade, alcuni, ed in particolare gli Ungari ed i Tedeschi, si accampavano in grosse bande presso le strade; ed accendendo grandissimi fuochi si strignevano gli uni contro gli altri per resistere al freddo. Questi religiosi viaggiatori davano l'esempio della carità cristiana.
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