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      Dall'altro canto Francesco degli Ordelaffi, signore di Forlì, Malatesta dei Malatesti, signore di Rimini, e Bernardino da Polenta, signore di Ravenna e di Cervia, prevedendo la burrasca che li minacciava, si unirono al signore di Faenza, e presero al loro soldo il duca Guarnieri, cui di tutta la sua grande compagnia più non rimanevano che cinquecento cavalli, essendosi gli altri dispersi per consumare negli stravizj le ricchezze acquistate nella campagna di Napoli48.
      Il conte di Romagna attaccò, il 13 maggio del 1350, il ponte di san Procolo, che gli apriva lo stato di Faenza, e lo prese a viva forza; ma in seguito consumò quasi due mesi nell'assedio del castello di Salernolo, mentre avrebbe potuto forse in più breve tempo occupare la stessa città di Faenza49. I suoi alleati inquieti sullo scopo delle conquiste che meditava, cercavano di ritardarle con inutili negoziazioni; ma il conte era più proprio ai tradimenti che alla guerra. In mezzo ai Romagnuoli, la di cui perfidia era in Italia passata in proverbio, un cortigiano del papa avignognese aveva l'avvantaggio dell'arte della dissimulazione. Il conte mostrava di avere nei Pepoli intera confidenza, mentre trattava coi cittadini di Bologna di far assassinare questi due signori; e quando furono scoperte le sue trame50, seppe così ben dissipare i sospetti dei due fratelli, che giunse ad indurre l'uno di loro a venire nel suo campo per farsi mediatore d'un trattato col signore di Faenza.
      Giovanni dei Pepoli teneva nell'armata della chiesa duecento cavalli, che aveva somministrati al conte; ed aveva avuta cura di mantenere colla maggior parte degli ufficiali della stessa armata relazioni di amicizia e di ospitalità: or quando giunse il 6 di luglio al campo, accompagnato dai principali cittadini di Bologna, e da una guardia di trecento cavalli, poteva credersi nel proprio campo, circondato dai suoi partigiani e da' suoi soldati; ma il conte che lo accoglieva colle dimostrazioni del più tenero affetto e della più illimitata confidenza, aveva ordinato al suo maresciallo di far armare i capitani che gli erano più ben affetti, e di promettere a tutta l'armata doppia paga, e mese compiuto51, a condizione che non si opponesse alla sorpresa che meditava di fare.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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