Ma la sommissione de' Bolognesi non risparmiò loro veruna delle calamità rappresentate come conseguenze d'uno sforzo generoso per rompere il giogo de' loro tiranni. Giacomo de' Pepoli aveva preso al suo soldo il duca Guarnieri con cinquecento cavalli, ed il duca di Milano gliene aveva mandati altri cinquecento. Guarnieri chiese che fosse lasciata alla sua truppa tutta intera una strada della città, ed alloggiò i soldati in quelle case facendoli padroni di tutto, come se la città fosse stata presa d'assalto, e lasciata a sua discrezione. D'altra parte l'armata del conte della Romagna guastava le campagne fino alle porte; di modo che i Bolognesi erano ugualmente spogliati dai loro proprj soldati, e dai loro nemici.
Doveva prevedersi che Bologna non sarebbesi lungo tempo mantenuta in così cattivo stato; quando nuove speranze furono improvvisamente risvegliate in un modo affatto impensato. Ettore di Durafort aveva due volte promesso alla sua armata doppie paghe e militari ricompense; ma lungi dal poter attenere le sue promesse, trovavasi debitore di alcuni mesi del soldo corrente, e non aveva danaro per pagarlo. Una rivoluzione che scoppiò nel campo, con minaccia di custodirlo come ostaggio, abbassò ben tosto la sua ambizione ed il suo orgoglio, obbligandolo a porre in libertà Giovanni dei Pepoli, per soddisfare colla di lui taglia all'avidità delle proprie truppe56. Questo contrattempo lo dispose a proporre condizioni di accomodamento; ed i Fiorentini, per farle accettare, s'affrettarono di spedire una solenne deputazione a Bologna.
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