Finalmente alcune per il mar Rosso passavano ad Alessandria d'Egitto. E per tal modo dalla foce del Tanai fino a quelle del Nilo, le diverse città marittime possedute dai Tartari e dai Turchi, dai Greci e dagli Arabi, furono a vicenda arricchite dal commercio dell'India. I Veneziani ed i Genovesi, che avevano dato a queste città il nome di Scalo, stabilirono in tutte fattorie per raccorre gli aromi; ed essi soli ne provvedevano poi tutta l'Europa.
Costantinopoli trovavasi nel centro del commercio del mar Nero, dell'Asia minore e dell'Egitto. Gli abitanti di questa città, snervati da lunga schiavitù, non avevano la necessaria energia per eseguire essi medesimi le intraprese commerciali, cui erano chiamati dalla loro situazione111. Ma Costantinopoli era sempre il gran mercato dell'Oriente, ed in mancanza de' Greci, gl'Italiani venivano a fare i loro proprj affari. I Veneziani possedevano in Costantinopoli un quartiere circondato di mura, e chiuso da porte, come quegli abitati a' nostri giorni dagli Ebrei in quasi tutte le città d'Italia. Avevano inoltre nel porto un ancoraggio separato e circondato di palafitte. La colonia era governata, come una piccola repubblica, da un balio che faceva le veci del doge, da' giudici, da' consiglieri e da' savj. I piccoli stabilimenti de' Veneziani nella Romania erano subordinati a quello di Costantinopoli, ed i più grandi avevano separati governi.
La colonia bizantina de' Genovesi era assai più importante. Michele Paleologo, volendo mostrarsi grato ai soccorsi da loro ricevuti per racquistare la capitale, aveva loro ceduta la sovranità del sobborgo di Pera o Galata, posto in faccia a Costantinopoli, e dall'altro lato del porto.
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