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      Il vicendevole spossamento costrinse alla fine i principi rivali a fare la pace. Convennero di regnare assieme; i due imperatori e le tre imperatrici furono coronati lo stesso giorno, ma erano ridotti in così povero stato, che in questa cerimonia furono costretti di presentarsi al popolo quali re da teatro, ornati di diademi di rame dorato, coperti di gioje di vetro, e serviti a mensa con vasellami di stagno116. Nello stesso tempo i Genovesi avevano ingrandito il loro commercio; avevano prestato danaro agl'imperatori, che loro lasciavano in pagamento la riscossione de' reali diritti; e nell'istante della pace più sovrani che i Paleologhi, essi prendevano sulle imposte duecento mila bizanti d'oro all'anno, mentre non ne rimanevano trenta mila all'imperatore117.
      Mentre ciò accadeva in Costantinopoli, alcuni gentiluomini genovesi avevano, per la seconda volta, conquistata l'isola di Chio, e si erano stabiliti in questa colonia, ov'essi regnavano, mentre nella loro patria erano perseguitati dal partito democratico118. Altri Genovesi avevano occupata la città di Focea, e tutte le province si lagnavano dell'arroganza o delle vessazioni di questi ospiti, diventati troppo ricchi e troppo potenti.
      La pace del 1347 rese a Cantacuzèno la libertà di prendere in considerazione i disordini cagionati dalle guerre civili, e di pensare alla loro riforma. Ma quest'imperatore era debole e di carattere lento; era circondato da nemici e da malcontenti, impegnato in guerre di religione, la di cui violenza poteva riuscirgli fatale, e minacciato in pari tempo dalle incursioni dei Turchi e de' Serviani.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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