Questa ingiuriosa domanda fece rompere le negoziazioni, ed il senato de' Greci, che in assenza dell'imperatore aveva il governo di Costantinopoli, dichiarò la guerra ai Genovesi120.
In quattro giorni gli abitanti di Pera allestirono otto galere e moltissime barche armate; corsero le due spiagge del Chrysocheras, e bruciarono quasi tutti i magazzini de' Greci, i loro vascelli mercantili, e le galere che l'imperatore faceva costruire o calafattare. Per altro tre di queste ultime furono salvate, avendole i Greci di notte rimurchiate nel fiume Pissa o Barbyssés a molta distanza dalla foce121. Intanto gli abitanti di Pera accrescevano le fortificazioni della loro città e del ridotto innalzato sulla colina. Vedevansi gli uomini e le donne trasportare di giorno e di notte la terra, cavare nuove fosse, e piantare più robuste palafitte.
Lusingavansi i Genovesi di ridurre i Greci in meno di quindici giorni a chieder pace. Siccome le loro galere erano sole padrone del mare, impedivano ad ogni nave d'approdare a Costantinopoli, o venisse dal Ponto Eusino, o dalla Propontide, e fino ne' primi giorni delle ostilità fecero temere alla città una prossima carestia. Ma a fronte delle privazioni, cui andavano soggetti, i Bizantini si prepararono senza lagnarsene ad una lunga difesa. Il loro orgoglio era fieramente irritato dalla considerazione che alcuni stranieri accantonati in un loro sobborgo pretendessero d'imporre legge alla città; e l'antico odio pei costumi e la religione dei Latini faceva loro spiegare un'insolita energia.
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