Di già era cominciato l'autunno, quando i Genovesi, ricevuti avendo soccorsi da Chio e dalle altre loro colonie del Levante, tentarono di dare l'assalto alle mura della città dalla banda del porto. Avanzaronsi con nove galere e tre grossi vascelli carichi di macchine da guerra, ma trovarono le mura coperte di difensori; perciocchè l'odio nazionale aveva superata l'abituale timidezza, ed i cittadini e gli artigiani di Costantinopoli eransi uniti ai soldati per combattere contro i Latini; onde questi vedendo riuscire vano ogni loro sforzo, ritiraronsi perdenti122.
Cantacuzèno, ritornato a Costantinopoli alla metà d'autunno, fece assediar Pera dalla banda di terra, mentre i Genovesi tenevano sempre bloccata la capitale dal lato del mare. In pari tempo faceva costruire nuove galere ne' cantieri fortificati dell'Ippodromo; assoldava truppe straniere, e mostravasi risoluto di voler vendicare l'offesa sua dignità. I cavalieri di Rodi, dopo avere tentato invano di ristabilire la pace, accolsero nella loro isola le donne ed i fanciulli di Pera, ed i più preziosi effetti de' Genovesi, onde sottrarli ai pericoli della guerra123.
Così passò l'inverno: ma in sul cominciare della primavera i Greci posero in mare nove grandi vascelli e molte navi ad uno e due ranghi di remi, che essi avevano fabbricati nell'Ippodromo; e perchè non avevano tutti i marinai che abbisognavano per equipaggiare questa flottiglia, arrolarono per la manovra un grosso numero di lavoratori e di artigiani. Quando questa squadra uscì dal porto, l'ammiraglio genovese osservò che i rematori battevano inegualmente l'onda; conobbe agevolmente con quali nemici doveva misurarsi, e concepì le migliori speranze della battaglia che disponevasi a dare.
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