Genova non era da lungo tempo stata mai così potente come a quest'epoca, imperciocchè tutte le fazioni erano riunite e vivevano in pace sotto il governo del doge Giovanni di Valente. Il senato approfittò di tanta concordia per mettere in mare nel susseguente anno 1351, sotto gli ordini di Paganino Doria, la più formidabile armata. Quest'ammiraglio spiegò le vele in luglio del 1351 con sessantaquattro galere, sulle quali trovavasi la metà de' marinai liguri. Egli corse l'Adriatico, e guastò molte colonie veneziane delle coste. In appresso si diresse verso l'Arcipelago per cercare Niccolò Pisani, l'ammiraglio veneziano143, che comandava venti galere.
L'ammiraglio Pisani trovavasi in faccia all'isola di Chio, quand'ebbe avviso dell'avvicinamento di forze tanto alle sue superiori, e disperse la sua flotta per evitarle. Egli andò a Costantinopoli con tre vascelli, ed il suo viceammiraglio cercò rifugio cogli altri nel porto di Calchis nell'isola d'Eubea, di già fin da quell'epoca chiamata Negroponte. Tirò le sue diecisette galere sulla spiaggia, e coll'ajuto di quegli abitanti, sudditi de' Veneziani, si pose in istato di difesa. Paganino Doria, non avendo l'ingresso del porto, lo bloccò. Nello stesso tempo sbarcò parte delle sue truppe, ed assediò dalla banda di terra la città di Negroponte, al quale oggetto fece venire da Pera alcune macchine da guerra144.
Molti marinai veneziani erano caduti vittima della peste, ed il senato veneto, avvertito del pericolo in cui vedevasi la sua flotta nell'isola d'Eubea, trovavasi inabilitato ad armarne un'altra abbastanza forte da poterla liberare.
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